
Questo articolo è destinato agli Operatori Socio Sanitari (OSS), ma può essere utile anche agli Infermieri e a tutti coloro che orbitano attorno al mondo dell’assistenza sanitaria e socio sanitaria.
La mobilizzazione del Paziente da parte dell’OSS è fondamentale.
Nelle strutture complesse (può essere una unità operativa di una ASL o di una Azienda Ospedaliera, in un centro specializzato, in una Azienda Servizi alla Persona, ecc.), dove vi sono Pazienti complessi dal punto di vista clinico-patologico-assistenziale, costretti a brevi, a medie o a lunghe mobilizzazioni, l’apporto dell’OSS diventa indispensabile. L’Operatore Socio Sanitario viene chiamato a mobilizzazione, a fare l’igiene, ad alimentare, a preparare l’Assistito alle attività fisioterapiche e a quelle che sono le iniziative/attività ludico-ricreativo-assistenziali in programma.
Tra le attività dell’OSS vi sono la promozione del confort e la sicurezza del paziente a letto, che se fatti bene garantiscono il giusto benessere all’assistito.
Cosa fa l’OSS?
Per prima cosa l’OSS deve occuparsi, su mandato e in stretta intesa con l’Infermiere (in autonomia solo se è realmente competente o se le esigenze di reparto o la complessità assistenziale lo richiedono), di garantire una corretta igiene del paziente e segnalare tempestivamente eventuali anomalie riscontrate a livello tissutale.
Nel caso in cui fosse necessaria una mobilizzazione occorrerà valutare con l’Infermiere quale tecnica e quale presidio utilizzare:
- tecniche di postura ad una – due – tre persone;
- cinture di sollevamento;
- sollevatori meccanici (attivi, con la partecipazione parziale dell’Assistito, e passivi, senza aiuto del Paziente);
- cuscini, “serpentoni” o cunei;
- presidi anti-decubito e anti-trauma (para colpi, materassi specifici, ginocchiere, gomitiere, ecc.).
Tutto ciò garantendo sia il comfort, sia la sicurezza dell’assistito e degli operatori.
Le principali linee guida internazionali sulle mobilizzazioni stabiliscono essenzialmente che occorre:
- pianificare i movimenti o i trasferimenti con mola attenzione, tenendo conto degli spazi liberi reali e di eventuali ostacoli (ecco perché occorre verificare se l’OSS conosce perfettamente le tecniche assistenziali ed è cosciente di quello che fa);
- per gli oggetti che pesano più di 23 Kg occorre farsi aiutare o utilizzare specifiche apparecchiature;
- chiedere al paziente, là dove possibile, di aiutarvi nell’intervento di mobilizzazione;
- evitare di fare tutto da soli, per evitare danni a se stessi e agli Assistiti;
- usare le ginocchia e le braccia per creare le giuste leve di sollevamento;
- sistemare l’area di lavoro in modo da tenerla vicina al corpo;
- abbassare le spondine del letto o eliminare i tavolini per evitare traumi e lesioni accidentali;
- alzare fino alla vita il letto elettrico o manuale;
- utilizzare un corretto allineamento del corpo facendo attenzione a stare vicini all’oggetto o alla persona da sollevare;
- fare attenzione ai movimenti bruschi che possono farvi perdere l’equilibrio;
- prepararsi al movimento con la giusta contrazione dei glutei;
- guardare sempre davanti a sé ed evitare di lavorare contro-gravità;
- allargare la base di appoggio spostando spostando il piede anteriore in avanti quando dovete spingere un oggetto;
- nel caso occorra spingere un oggetto, invece, riportare indietro la gamba;
- utilizzare il proprio peso corporeo per creare la giusta spinta e la giusta rotazione corporea, inclinando all’occorrenza il corpo in avanti o indietro.
In tutti i casi occorre prevenire i danni alla schiena (questo vale sia per gli OSS che per gli Infermieri).
Sono per esempio da evitare due movimenti specifici:
- torsione della colonna toraco-lombare (detta anche rotazione);
- flessione acuta della schiena con anche e ginocchia dritte.
Come provenire danni da torsione al Paziente.
Per evitare la torsione del Paziente, anche involontaria, si può mantenere un angolo retto e fronteggiare la direzione del movimento. Basta tirare, spingere, far scivolare o muovere l’oggetto direttamente vicino o lontano dal centro di gravità. La stessa cosa vale per la mobilizzazione delle persone: con un loro aiutino o con l’aiuto di altro personale si posso evitare traumi non voluti, per i quali poi è difficile rimediare. I danni alla schiena, infatti, restano per lungo tempo e spesso non guariscono mai.
Fate attenzione.
Dopo l’igiene e prima di mobilizzare nuovamente il paziente per posizionarlo in carrozzina occorre stare attenti e controllare che:
- il letto sia asciutto e pulito;
- il materasso sia compatto, ovvero abbia una superficie piana utile a fornire il giusto supporto alle curvature naturali del corpo dell’assistito;
- gli arti del paziente siano liberi di muoversi e che non battano contro ostacoli;
- ci siano i giusti supporti di appoggio e anti-decubito;
- evitare di posturare l’assistito accentuando la pressione su prominenze ossee, lesioni o ferite traumatiche o chirurgiche, drenaggi, Peg, sondini, cateteri vescicali, cateteri venosi centrali, cateteri venosi periferici ed altro.
E non è tutto, oltre alle alzate e al riposizionamento a letto va previsto anche un Piano Sistematico delle Posizioni (per le 24 ore, quando c’è il Fisioterapista si interagisce anche con questa figura professionale).
Per esempio: quante ore il paziente può restare seduto in carrozzina o in poltrona? Quante ora può rimanere in postura supina o supino-laterale oppure prona? Tutto va programmato per evitare lesioni e disagi.
Spiegare bene all’OSS le tecniche di mobilizzazione e postura, verificandone poi l’apprendimento reale, evita molteplici problemi all’Ospite e all’Operatore. Si possono ridurre al minimo denunce inutili.
Ecco alcuni consigli per l’OSS.
Onde evitare danni a se stessi e all’assistito si consiglia di:
- posizionare il paziente in semi-Fowler o Fowler bassa (15-45°) o oppure in Fowler (45-60°);
- per migliorare l’allineamento del corpo e il comfort del paziente ricordarsi in ogni caso (semi-Fowler o Fowler) di posizionare un cuscino sotto la parte bassa della schiena, al fine si supportare l’area lombare, prevenendo la flessione posteriore della curvatura lombare;
- per prevenire l’ipertensione del collo posizionare un cuscino sotto la testa (non deve essere troppo grande per evitare contratture da flessione protratta del collo);
- posizionare cuscino sotto l’avambraccio;
- posizionare cuscino sotto le cosce tenendo liberi i talloni;
- posizionare all’altezza del trocantere un cuscino o un “rotolo” realizzato con federe o lenzuola per evitare la rotazione esterna della anche;
- all’altezza delle palme dei piedi posizionare una pedana che garantisca la giusta inclinazione dei stessi ed eviti lo scivolamento e la frizione (dipende anche dallo stato del paziente).
Gli stessi suggerimenti valgono per il posizionamento laterale dell’Assistito, il cui comfort e la cui sicurezza possono essere favoriti attraverso l’utilizzo dei giusti presidi:
- per prima cosa un materasso
anti-decubito (occorrerebbe valutare con l’Infermiere l’Indice di Braden);
2) una pedana;
3) un rotolo per il trocantere, per la mano e per il gomito;
4) un cuscino per abduzione (utile per evitare lussazioni dell’anca);
5) stivaletti o valve imbottite per il corretto posizionamento e la giusta protezione del piede.
Va tenuto in considerazione sempre che ogni Paziente ha una storia clinico-assistenziale assestante. Non esiste un Assistito uguale ad un altro, anche quando le patologie le stesse. Prima di agire occorre pensare. Può essere utile il momento delle consegne tra OSS e Infermieri (o tra OSS , Infermieri e RAA nelle strutture dove esiste questa ultima figura tecnica). E’ un momento importante per farsi un’idea delle condizioni di salute dell’Assistito e capire come mobilizzarlo, quale tecnica usare e quali presidi adoperare.
E se proprio non ve la sentire di mobilizzare un Paziente chiedete aiuto all’infermiere, che sicuramente vi darà una mano a superare la “crisi” e a trovare le giuste soluzioni nell’interesse esclusivo dell’Assistito.
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