
Lavorare oggi nelle Aziende Servizi alla Persona (ASP), ovvero nelle ex-IPAB riunificate, o nelle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) è sempre più complicato. E ciò perché l’Infermiere deve essere super-specializzato in vari ambiti assistenziali. Dalla relazione alla gestione di utenti con demenze, Alzheimer e poli-patologie. Deve saper gestire, inoltre, le lesioni, le contenzioni, le cadute, le emergenze e le interazioni tra farmaci e quelle tra farmaci e alimenti.
I suoi assistiti sono quasi tutti anziani o affetti da patologie gravemente invalidanti e neuro-degenerative riguardanti per lo più il corretto funzionamento del sistema nervoso, di quello osteo-articolare, di quello cardio-respiratorio e di quello tegumentario. Vi spiegheremo il perché, ma proseguiamo per ordine.
Da precisare che le ASP solitamente gestiscono Case Residenziali Assistite (CRA, h12 o h24), Case protette, Centri diurni, Centri di assistenza per rifugiati extra-comunitari. Alcune volte lavorano anche sul territorio fornendo assistenza domiciliare soprattutto dal punto di vista socio-sanitario.
L’Infermiere parte integrante dell’equipe assistenziale.
L’Infermiere dell’ASP o della RSA deve saper lavorare in equipe con tante figure professionali:
- Medico (presente raramente in struttura);
- Dirigenza di struttura;
- Medici e Infermieri dell’Emergenza-Urgenza;
- Fisioterapista;
- Psicologo;
- Podologo;
- Educatore professionale;
- Animatore;
- Responsabile delle Attività Assistenziali (RAA, presente solo in alcune regioni italiane);
- Operatore Socio Sanitario (OSS);
- e altre figure tecniche e di supporto (tra cui barbieri, cuochi, centralinisti, addetti alle pulizie).
Senza dimenticarsi mai:
- delle famiglie;
- dei fatidici Amministratori di Sostegno (Legge 6/2004);
- Medici della Continuità Assistenziale;
- Medici Specialisti;
- degli Esperti in wound care;
I Piani di Assistenza Individuale: l’Infermiere al centro dell’equipe.
L’Infermiere dell’ASP o della RSA deve saper interagire con l’equipe assistenziale per la realizzazione dei Piani Assistenziali Individuali (PAI), che vengono elaborati mediamente ogni 3-6 mesi o ove ve ne sia l’immediata necessità. Riguarda il singolo paziente e viene elaborato alla presenza di più figure professionali. Dall’area sanitaria a quella socio-assistenziale, passando per la parte ricreativa e ludica, finendo a quella psicologica e infine a quella motoria.
Strutture a conduzione infermieristica con la presenza sporadica del Medico.
Le ASP e le RSA sono Enti pubblici (nel secondo caso possono essere anche private) che si basano essenzialmente sulla presenza di tanti Operatori Socio Sanitari e su quella fondamentale dell’Infermiere. Il Medico è presente marginalmente e solo per alcune ore della giornata dal lunedì al venerdì. E’ l’Infermiere che si occupa della parte sanitaria e spesso lo fa in estrema autonomia. Si può dire che queste strutture sono di fatto a conduzione infermieristica.
Deve conoscere, saper fare e saper far fare un po’ di tutto.
L’Infermiere delle ASP o delle RSA deve conoscere, essere consapevole dell’importanza del suo ruolo, saper fare e saper far fare (soprattutto agli OSS) nell’interesse esclusivo dell’assistito.
Deve:
- conoscere i farmaci (in un carrello terapia ce ne sono mediamente dai 50 ai 100 differenti);
- conoscere le interazioni tra i farmaci (spesso l’anziano o l’inabile per demenze, Parkinson, Patologie psichiatriche o Alzheimer ne assume in quantità elevato e per diverse finalità);
- sapere le interazioni tra i farmaci e gli alimenti.
Inoltre, deve:
- saper lavorare in equipe con gli altri colleghi;
- saper gestire il personale di supporto (RAA e OSS);
- sapersi interfacciare con le famiglie, i care-giver e gli Amministratori di sostegno;
- saper interagire con le figure sanitarie e socio-assistenziali esterne alle strutture.
E se ciò non bastasse, deve:
- saper riconoscere e gestire le emergenze (allertando i mezzi del soccorso in tempi celeri);
- saper utilizzare e interpretare molteplici scale di valutazione assistenziale;
- riuscire a interpretare i Parametri Vitali, con annesso ad essi il Dolore, il livello di coscienza, lo stato nutrizionale e l’apporto idrico;
- saper prevenire (in collaborazione con il Fisioterapista e l’OSS) o gestire le lesioni da pressione o accidentali;
- saper effettuare esami diagnostici su pazienti spesso non collaboranti (ematici, delle urine, delle fece, dei liquidi biologici e dell’espettorato, non dimenticandosi dei tamponi);
- esere in grado di inserire presidi invasivi in pazienti non collaboranti (CVP, cateteri vescicali, ecc.);
- saper gestire PEG e SNG;
- saper leggere ed interpretare l’elettrocardiogramma (ECG) e segnalare per tempo al medico eventuali anomalie riscontrate sul tracciato;
- essere in grdo di gestire tutta gli aspetti burocratici;
- saper gestire le contenzioni;
- saper gestire la cartella clinico-infermieristica;
- essere dotato di tanta, ma tanta, ma tantissima pazienza.
Come si fa a lavorare in ASP o in RSA?
Si accede oramai quasi sempre con Concorso pubblico, ma in tanti casi e per incarichi a tempo mediante agenzie di lavoro interinale. In una fase in cui stanno lentamente mutando, questi Enti si stanno trasformando da strutture mutualistiche e strutture specialistiche, con l’apporto fondamentale delle Aziende sanitarie pubbliche, che hanno compreso l’importanza di queste strutture.
Pazienti anziani, ma anche tanti adulti.
Tra gli assistiti in ASP o RSA ci sono prevalentemente anziani con oltre 80 anni. Alcuni di essi semi-autonomi, altri totalmente non autonomi. Sono sempre di più i ricoveri da parte di persone colpite da patologie psichiatriche o neuro-degenerative con età compresa tra i 50 e i 60 anni. Per cui la popolazione di pazienti presente in una struttura è altamente variegata.
Come è suddivisa una ASP o una RSA.
Solitamente l’attività assistenziale è suddivisa per nuclei, che possono prendere il nome di un colore (rosso, blu, giallo, verde, arancio, ecc.) o di un fiore (betulla, margherita, tulipano, begonia, malva, ecc.). Ogni nucleo, compreso quello diurno (là dove disponibile), accoglie circa una ventina di ospiti tra semi-autonomi e allettati. I piani di lavoro sono pressoché identici e possono essere modulati in base alle esigenze degli assistiti.
Il Medico si occupa di:
- gestire e prescrivere la terapia farmacologica;
- interpretare esami diagnostici;
- prescrivere esami di controllo;
- visitare il paziente;
- interfacciarsi con gli ospiti, le loro famiglie, i loro amministratori di sostegno (dove presenti), i loro care-giver.
L’Infermiere si occupa di:
- preparare e somministrare terapia farmacologica;
- gestire lesioni cutanee;
- gestire anomalie nelle evacuazioni e nelle minzioni;
- seguire la visita medica;
- reperire i parametri vitali;
- eseguire esami diagnostici semplici (ECG);
- eseguire prelievi di campioni biologici;
- interfacciarsi con gli ospiti, le loro famiglie, i loro amministratori di sostegno (dove presenti), i loro care-giver.
Il RAA o la RAA (là dove presente) si occupa di:
- coordinare le attività lavorative dell’OSS;
- collaborare con l’Infermiere nelle attività di programmazione dell’assistenza;
- gestire il magazzino dei presidi non sanitari;
- altre attività minori.
L’OSS, invece, si occupa di:
- igiene della persona;
- servizi domestico-alberghieri;
- servizi ludico-ricreativi.
Attorno ad essi girano il Fisioterapista, lo Psicologo, il Podologo, l’Educatore Professionale, l’Animatore, il Podologo e altre figure tecniche.
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