
Ben 6 anziani su 10 rischia l’allettamento definitivo dopo lunga degenza in ospedale. Il ruolo fondamentale di Infermieri e OSS nella mobilizzazione precoce.
Più volte abbiamo parlato di mobilizzazione e di sindrome da immobilizzazione. E più volte avevamo discusso sul ruolo e sulle competenze di Infermiere e di Operatori Socio Sanitari (OSS) nell’ambito assistenziale diretto.
Oggi presentiamo uno studio condotto in Emilia Romagna sul tema “Studio analitico descrittivo sulla mobilizzazione dei pazienti del Dipartimento Internistico dell’Azienda USL – IRCCS di Reggio Emilia (MOBINT)” (*), condotto da diversi autori ed edito in maniera esclusiva sulla rivista CNAI “Professioni Infermieristiche“.
DALLA RICERCA È EMERSA L’IMPORTANZA DELL’ASSISTENZA INFERMIERISTICA E IL SUPPORTO FISICO-TECNICO DELL’OSS, CHE HA UN RUOLO FONDAMENTALE NELLA PREVENZIONE DELLE SINDROMI DA ALLETTAMENTO.
Ecco cosa si è cercato di capire con tale studio.
L’ospedalizzazione rappresenta un fattore di rischio per il declino delle condizioni generali dell’anziano.
La perdita di autonomia dei pazienti anziani ricoverati, associata alla mancata mobilizzazione, è stata definita come una Disabilità Acquisita in Ospedale e colpisce fino al 65% di essi.
Meno della metà degli anziani recuperano la mobilizzazione indipendente.
Tra gli esiti negativi associati abbiamo: cadute, aumento delle istituzionalizzazioni e dei tempi di degenza, aumentata mortalità, sviluppo di complicanze.
Nonostante ciò, gli anziani rimangono allettati per il 83-95% della degenza, solo raramente deambulano o vengono mobilizzati.
Solo a livello internazionale è stata indagata questa problematica.
Qual era l’obiettivo della ricerca?
Descrivere la mobilizzazione attiva dei pazienti internistici.
A tal propostio è stato effettuato un lungo studio analitico descrittivo prospettico. Dicembre 2018 – Maggio 2019. Sono stati inclusi i reparti internistici dell’AUSL di Reggio Emilia. È stata eseguita un’analisi descrittiva dei dati.
Quali risultati sono emersi?
Sono stati screenati 1725 pazienti, applicando i criteri d’inclusione reclutati 295, di cui 9 esclusi perché non mobilizzabili.
Il 66,4% dei pazienti viene mobilizzato al mattino durante l’igiene.
Essi sono in condizioni stabili secondo l’infermiere, lucidi ed orientati (88,1%) e portatori di vari presidi (da 1 a 3) (57,3%).
La frequenza di mobilizzazione è di: una volta al giorno per il 44,4% dei pazienti, due volte al giorno per il 31,2% e più di due volte al giorno per il 24,4%.
In conclusione.
Lo studio ha evidenziato che la mobilizzazione è strettamente associata all’assistenza di base, nella quale ha un ruolo rilevante l’OSS.
Essa riguarda prevalentemente pazienti lucidi orientati e che richiedono un solo operatore.
Sarebbero auspicabili studi successivi per indagare correlazioni fra caratteristiche dei pazienti e mobilizzazione.
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