Capsula per il suicidio assistito. In Svizzera è gia realtà.

An intubated patient lays in bed at the intensive care unit of the GVM ICC hospital of Casal Palocco near Rome during the second wave of the Covid-19 Coronavirus pandemic, Italy, 28 January 2021. ANSA/GIUSEPPE LAMI

Approvata in Svizzera Sarco, la capsula hi-tech ideata per il suicidio assistito. Causa rapidamente la morte in modo indolore per il paziente: ecco come funziona.

La Svizzera ha approvato Sarco, una capsula hi-tech ideata per il suicidio assistito. Prodotta da Exit, organizzazione non profit australiana, questa capsula permette ai pazienti che vogliono sottoporsi all’eutanasia di morire in modo indolore e dignitoso. Facilmente trasportabile, Sarco potrà essere installata nelle cliniche autorizzate per il servizio di suicidio assistito ed è prodotta con la tecnica della stampa 3D.

La capsula, una volta azionata, si riempie rapidamente di azoto, portando il livello di ossigeno all’1% nel giro di appena 30 secondi. L’unico effetto collaterale per i pazienti viene spiegato dall’inventore di Sarco, Philip Nitshke: “Il paziente potrebbe sentirsi lievemente disorientato ed euforico, prima di perdere conoscenza e poi morire per ipossia. Il processo è completamente indolore, il paziente non prova né panico, né senso di asfissia“.

In Svizzera, dove il suicidio assistito è legale, ogni anno migliaia di persone, residenti o provenienti dall’estero, si rivolgono alle cliniche specializzate. Il caso più noto di questa pratica è senza dubbio quello di Dj Fabo, nome d’arte di Fabiano Antoniani, tetraplegico dopo un incidente: l’uomo, d’accordo con la compagna, aveva scelto il suicidio assistito in Svizzera. La vicenda aveva portato anche all’imputazione di Marco Cappato, il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni a cui Dj Fabo si era rivolto, poi assolto.

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