Falsi attestati di qualifica da OSS: 5 arresti in Puglia.

I rilievi della polizia scientifica dopo che marito e moglie, rispettivamente di 73 anni e 62 anni, sono stati trovati morti nella loro abitazione in via Bonghi a Milano, 17 ottobre 2020. ANSA/ MATTEO CORNER

Finalmente: falsi attestati di qualifica di base per Operatori Socio Sanitari (OSS): 5 arresti in Puglia.

A Lecce arresti per falsi attestati per operatore socio sanitario. Gli indagati sono 17. Le ipotesi di reato contestate sono truffa aggravata, contraffazione di atti aventi valenza pubblica, falsità materiale e autoriciclaggio. I cinque arrestati sono ritenuti parte di un’associazione per delinquere finalizzata alla truffa per corsi fittizi eseguiti anche on line. I costi per i corsi, che portavano al falso attestato, costavano 3mila euro.

«Tantissimi giovani si sono affidati ai percorsi formativi con la speranza di un impiego lavorativo che potrebbe essere precluso in quanto il titolo posto alla base dell’assunzione sarebbe manchevole e viziato degli elementi fondamentali stabiliti per legge», spiegano i finanzieri. «La Fondazione che ha organizzato i corsi non sarebbe stata iscritta nel registro prefettizio delle persone giuridiche e, pertanto, non in possesso dei requisiti legali per essere accreditata presso la Regione, tra cui la Puglia».

Per l’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare, firmate dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Lecce, sono stati delegati i finanzieri dei comandi provinciale di Lecce e Brindisi. L’inchiesta, chiamata ‘Attestati sterili’, in codelega con i carabinieri del Nas di Lecce scaturisce da alcune denunce presentate dai frequentanti i corsi per operatori socio sanitario e specializzati nei confronti di una fondazione nel ruolo di organizzatrice delle lezioni, con sede prima a Lecce e poi a Roma. «La contestazione riguarda il rilascio di attestati ritenuti materialmente falsi, recanti loghi, immagini e timbri contraffatti dell’Unione Europea, delle Regioni Puglia, Abruzzo e Campania, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, del Ministero dello Sviluppo Economico, su tutto il territorio nazionale», spiegano gli investigatori in una nota.

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