Covid: da “ipotesi irrilevanti” a danno contro umanità.

Continua il balletto delle responsabilità tra Cina e resto del mondo sulla ipotesi di rilascio accidentale di un virus ingegnerizzato, che ha dato il via alla Pandemia Covid-19.

Non c’è due senza tre: dopo i sospetti generati a seguito della “riscoperta” della trasmissione Rai “Tg3 Leonardo” del novembre 2015 [1], dopo le rivelazioni del maggio 2021 dell’Istituto di biologia umana di Baltimora (Maryland) e del Consiglio di Sicurezza Usa [2] – fatti su cui Assocarenews ha sempre fornito un pronto riscontro – sono di queste ultime ore ulteriori rivelazioni, questa volta provenienti dal direttore dell’Fbi Chris Wray e dal dipartimento dell’Energia Usa [3] – enti che riferiscono direttamente alla Casa Bianca – che rispettivamente ripropongono ci sia il «fondato sospetto» e che sia «molto probabile» che la pandemia da COVID-19 sia la conseguenza di un INCIDENTE in uno dei laboratori di Wuhan in Cina; proprio quelli mostrati dal servizio televisivo Italiano del 2015.

Premesso che non si può certo addebitare sia a chi scrive, sia a chi pubblica di «parlare male dei vaccini e soprattutto non affidarsi alla scienza» – giusto per parafrasare il prof. Matteo Bassetti [4] – tutt’altro, vista ad es. la chiara posizione assunta nei confronti della c.d. “questione vaccinale” [5], è il caso di rimarcare anche questa volta che le divulgazioni ed informazioni che si raccolgono dagli organismi internazionali NON prendono affatto in considerazione l’ipotesi – sempre riproposta in chiave sofista da alcuni virologi (ma anche da qualche religioso troppo infervorato) – di deliberati tentativi Cinesi di costruire un’arma biologica, ossia della creazione intenzionale in laboratorio di un virus SARS-CoV-2 modificato, ​ «come se ci fosse una grande organizzazione criminale», una mera orda di «scienziati malvagi che vogliono distruggere l’umanità» [6] – ma che invece, coerentemente con le indagini e gli studi condotti da una nutrita comunità d’intelligence composta da ben 18 agenzie governative (solo negli Usa), ma anche da gruppi di ricercatori e consulenti esperti non governativi, si sia concretizzato proprio quel più correttamente definito «rilascio accidentale» di un virus modificato per pacifici scopi di studio; “rischio” che già i giornalisti RAI presagivano nel 2015:

«VALE LA PENA CORRERE IL RISCHIO? CREARE UNA MINACCIA COSÌ GRANDE SOLO PER POTERLA ESAMINARE?»

al punto che se davvero di “profeti delle pandemie” [7] vogliamo parlare, dovremmo anteporre certamente la REDAZIONE DI TG3 LEONARDO (cui forse corrispondere un premio oltre che l’encomio) ad un improbabile “Nostradamico” David Quammen …

infatti, il servizio RAI del 2015 – contrariamente a qualsivoglia complottistiche ipotesi – poneva considerazioni tanto sobrie quanto aderenti alla realtà dei fatti; considerazioni che ora suonano sempre più Cassandree con il senno di poi e di oggi.

Riprendendo sempre il contributo della rubrica di approfondimento giornalistico a carattere scientifico e divulgativo:

« … IL LAVORO DEI CINESI SULLA SARS SI RITENEVA NON COSÌ PERICOLOSO, SECONDO UNA PARTE DEL MONDO SCIENTIFICO INFATTI NON LO È E LE PROBABILITÀ CHE IL VIRUS PASSI ALLA NOSTRA SPECIE SAREBBERO IRRILEVANTI RISPETTO AI BENEFICI: UN RAGIONAMENTO CHE MOLTI ALTRI ESPERTI BOCCIANO, PRIMO PERCHÉ IL RAPPORTO TRA RISCHI E BENEFICIO È DIFFICILE DA VALUTARE E POI PERCHÉ, SPECIE DI QUESTI TEMPI È PIÙ PRUDENTE NON METTERE IN CIRCOLAZIONE ORGANISMI CHE POSSANO SFUGGIRE O ESSERE SOTTRATTI AL CONTROLLO DEI LABORATORI.» …

Purtroppo quelle probabilità prima ritenute secondo una parte del mondo scientifico IRRILEVANTI, si sono invece rivelate così CONSIDEREVOLI al punto da non soltanto surclassare i pur supposti (e tutt’ora ignoti) “benefici” degli studi, ma al punto tale da scatenare un flagello che desta il sospetto della singolare “innaturalità” proprio per l’entità di quanto causato, in quanto è la prima volta nella storia – vale la pena sottolinearlo – che una epidemia da c.d. “spillover” abbia coinvolto l’umanità al livello planetario ed in sincronia.

Pertanto le considerazioni degli epidemiologi, di riduzione dei rilievi cui sopra al pari di mere «illazioni», soltanto perché

​ «ESISTONO PUBBLICAZIONI CHE DICONO CHE IL VIRUS ERA STATO TROVATO DUE ANNI PRIMA IN UN PIPISTRELLO, DOPODICHÉ, COME SIA ARRIVATO ALL’UOMO, QUESTO NON È DATO SAPERLO…»

paiono un poco deboli sia logicamente, sia scientificamente, in quanto in primo luogo l’aver isolato il virus in un pipistrello due anni prima (ossia approssimativamente nel 2017) non dimostra affatto la sua qualsivoglia origine prima, in secondo luogo non dice nulla sullo spillover successivo, ed in terzo luogo perché le tempistiche di entrambe questi processi sarebbero comunque coerenti con l’allarme lanciato nel 2015, ossia ben 4 anni prima dell’esplosione del fenomeno pandemico umano, comprese le sicuramente insorte varianti all’interno dello stesso mondo animale (ancora tutte da scoprire e studiare), ancor prima del passaggio alla specie umana, soprattutto perché nemmeno è dato sapere quando (thanks, China) detto incidente sia occorso.

A fronte di tutto ciò vi sono diversi gruppi di scienziati ed agenzie che propongono, oltre la frustrazione «di non avere esperti indipendenti ed internazionali sul posto, che possano avere un pieno resoconto di ciò che accade» [8] , suggeriscono validi elementi di analisi che evidenziano una oggettiva manipolazione genetica, non di un altro tipo di virus, ma proprio di quello responsabile del tipo di Malattia da coronavirus (COVID-19).

La difficoltà del bandolo di questa matassa è IL BALLETTO DELLE RESPONSABILITÀ: essendo in generale l’onere probatorio ricadente su colui che invoca proprio quel fatto a sostegno della propria tesi, fin tanto che sussisterà tale reticenza di convenienza della Cina a cooperare, fornendo non solo i dati ma anche aprendo le porte a delle indagini più approfondite di quelle fin’ora condotte da parte degli investigatori internazionali – come a più riprese lamentato sia dal direttore generale della WHO Tedros Adhanom Ghebreyesus, sia dal Presidente Usa Joe Biden – sarà difficile ​ avvicinarsi ad una conclusione definitiva, che deve essere fondamentalmente scientifica, sulle origini del virus che ha ucciso più di 4 milioni di persone nel mondo, ossia sulle precise circostanze di quando come e dove si sia originato il virus, si sia trasmesso dall’animale all’uomo, e soprattutto sia occorsa la (ancora ipotetica, ma ora «fondata» e «probabile») fuga accidentale da un laboratorio cinese.

Il comprensibile timore della Cina è che tale attestazione di responsabilità, anche al di là di questioni politicamente “sensibili”, avrebbe ricadute pragmatiche assolutamente insostenibili, sia sul versante della credibilità scientifica ed organizzativa del paese – che non sarebbe stato in grado di porre in essere i pur minimi dovuti e risaputi sistemi di risk management verso dei rischi già definiti «difficili da valutare», ma soprattutto su un impossibile versante risarcitorio planetario, peraltro anche difficilmente computabile, di un DANNO ALL’UMANITÀ, che sebbene accidentale – lo si sottolinea per l’ennesima volta – sarebbe davvero molto, molto, molto grave, perché in buona sostanza, superando ogni catastrofista ipotesi cospirativa,

ABBIAMO RISCHIATO LA PRIMA ESTINZIONE DI MASSA PER CAUSE NON NATURALI.

Ed è soprattutto questa responsabilità – anche solo morale – quella che la Cina assolutamente non vuole, perché se pure da una parte, ad esempio, non si è quasi mai visto nella storia universale che delle riparazioni di guerra siano state completamente corrisposte, dall’altra mai nessuno nella storia universale al di fuori di madre natura era stato ritenuto possibile responsabile di una siffatta catastrofe.

Ma la riflessione più importante e nevralgica per l’umanità intera, che dovrebbe guidare il fronteggiare e non il driblare l’erigendo “muro di gomma Cinese” sulla questione della genesi del Covid, è prevenire le future pestilenze planetarie, tema su cui già molti (Bassetti, Burioni, Quammen ​ & co. compresi) sperano di azzeccare inverosimili pronostici da Premio Nobel per la letteratura.

Non c’è due senza tre … ma è​ “improbabile” …​ finisca così.

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